Durante l'inverno del 1936-37 Dylan si spostò tra Swansea e Londra. Della sua produzione letteraria si occupava adesso David Higham,
l'agente dell'autore, che riuscf a destreggiarsi con le complicate e spesso inesistenti finanze di Dylan fino alla sua morte.
a David Hingham
9 febbraio 1937 Cwmdonkin Drive 5, Uplands, Swansea
Caro Higham,
mi scuso, davvero e profondamente, della mia villania nel non aver risposto alle sue ultime lettere. Sono stato indisposto, saltuariamente, ma non così
indisposto, lo ammetto, da giustificare la mia maleducazione. La vera ragione per cui non ho risposto prima, credo, è che mi vergognavo –
e mi vergogno tuttora –
per tutta questa assurda e noncurante faccenda del mio libro di racconti. È verissimo quanto ha saputo: che Spenser Curtis-Brown aveva i miei racconti, che li mandò a Church (il quale, tra
parentesi, fu costretto a rifiutarli), e che ora li ha dati a Frank Morley. È accaduto –
colpa mia, naturalmente –
in un modo vago e fiacco: Curtis Brown mi scrisse, parecchio tempo fa, per informarsi sui miei racconti e per pregarmi di mandarglieli. Glieli mandai più o meno senza riflettere, anche se,
ovviamente avrei dovuto farli avere –
e lo avrei preferito di gran lunga –
a lei non appena terminati. La mia capacità anche della più semplice trattativa d'affari è trascurabile: si direbbe che io stia cercando di conformarmi alla famigerata incertezza del Poeta
Sognante Tipo B classificato da «Punch», ma in realtà sono un completo imbecille quando si tratta di rispondere alla gente, di organizzate qualcosa, di concludere ogni genere di trattativa, di
tenere in ordine i miei minuscoli affari, e persino, in questo caso vergognoso, di mandare, semplicemente, a un agente il pochissimo, e per nulla commerciale, lavoro che produco. Nulla
di tutta questa incapacità è una giustificazione rispettabile, lo so: ma le mie risoluzioni di Capodanno mirano alla Puntualità e all'Ordine, e le manterrò.
Per quanto concerne questo progetto secondo il quale dovrei scrivere un libro sul Galles... sono favorevolissimo e mi sento quasi sicuro, oltretutto, di poter fare un buon lavoro. Quello
che volevo scrivere era un Viaggio gallese, dalla sommità del Nord agricolo alla Rhondda Valley, un viaggio suggerito da quelli di Priestley e di Muir, anche se, naturalmente, non dovrebbe nulla
ai loro metodi di approccio, essendo di gran lunga più personale e più intimo: non una serie di generalizzazioni sul Galles, o una rassegna della sua situazione attuale, o una tirata
nazionalistica, o l'errabondo giro di un naturalista, o un libro di testo storico sulle arpe e i castelli, ma una cronaca intima del mio viaggio personale tra le persone e i luoghi. Vorrei
compiere il viaggio da solo, talora a piedi, talora in autobus o in treno, seguendo un itinerario più o meno definito, ma avendo piena libertà, in qualunque momento, di interromperlo quando si
presentassero un episodio, o persone, o luoghi, di particolare interesse. Cioè, sceglierei per mio conto un determinato numero di cittadine o villaggi nel corso del viaggio da nord a sud, e li
considererei i miei brevi quartier generali; l'itinerario che seguirei tra queste tappe verrebbe deciso dagli incidenti che si determinassero, dalle persone che mi racconterebbero episodi, dalle
cose piacevoli, o spiacevoli, o curiose eccetera in cui mi imbatterei nei villaggi poco conosciuti, tra persone ancor più sconosciute. Tutto ciò è molto vago, e vuole esserlo. Volutamente non
voglio un progetto troppo preciso o impegnativo da sottoporre a un editore; voglio che il viaggio sia individuale e alla buona; né un vero e proprio libro di viaggio picaresco, né un viaggio
personale, ma un misto di entrambi; e senz'altro non un viaggio che farnetichi dell'Aperta Strada. È difficile a spiegarsi, ma in qualche modo ho la certezza che potrebbe rivestire un interesse
commerciale per gli editori. (Augustus John disegnerà il frontespizio del libro –
un mio ritratto –
e, se riuscirò a convincerlo, eseguirà alcuni disegni. Ma il frontespizio è certo. Conosco inoltre un gran numero di giornalisti nel Galles, e potrò procurarmi tutte le fotografie occorrenti).
Quel che avevo in mente era che dovrei avere le spese pagate –
una somma sufficiente a pagare le spese di viaggio e di alloggio (5 sterline?) –
per un periodo da due a tre mesi. Mi rendo conto che anche un editore favorevolmente propenso potrebbe essere un pochino contrario a impegnarsi a sborsare spese del genere per un progetto che io
posso descrivere soltanto così vagamente; e ho pensato che forse sarebbe disposto a pagarmi le spese, diciamo, per un mese, a darmi il tempo di scrivere completamente la cronaca di quel mese del
Viaggio, e poi leggerla e vedere se sia abbastanza buona per giustificare da parte sua il pagamento delle spese durante gli interi due o tre mesi: ma non so assolutamente niente riguardo a fino a
qual punto si spingono gli editori in cose di questo genere. Potrei, se necessario, tracciare una carta approssimativa dell'itinerario che mi piacerebbe seguire. Intendevo far visita a
–
e, in alcuni casi, essere ospite di, un certo numero di pittori e scrittori gallesi e anglo-gallesi che risiedono nel Galles –
Richard Hughes e Caradoc Evans, ad esempio –
e farmi dare alcuni schizzi del Galles da Cedric Morris, il pittore. Sul momento non mi viene in mente niente altro.
Sarò in città la settimana prossima per alcuni giorni. Forse, se ci trovassimo, potrei essere in grado di spiegarle un po' più chiaramente questo progetto gallese; per lo meno, posso
tentare. Mi faccia sapere se potrà ricevermi, in qualunque giorno durante la settimana, e se questa faccenda del Viaggio ha, come io da ignorante ritengo, qualche valore pratico.
E, prima che me ne dimentichi, Simon & Schuster, di New York, dicono di essere interessati al mio lavoro. Ritiene consigliabile mettersi in contatto con loro per 25
Poems?
Sincere scuse di nuovo per la mia villania e la mia trascuratezza.
Sinceramente
suo,
Dylan Thomas
- - - – o – - - -
II 6 luglio Dylan scrisse una lettera, una disperata richiesta di denaro, «anche cinque sterline da Dent» a David Higham. Tre giorni dopo, lui e Caitlin si erano
trasferiti nella casa degli ospiti di Wyn Henderson.
a David Hingham
9 luglio 1937
The Lobster Pot, Mousehole, Gornovaglia
Martedì
Caro Higham,
sono molto lieto che Faber voglia il racconto per il libro gallese. E naturalmente accetto.
Spero che abbia ricevuto la mia patetica, ed ora ancor più disastrosamente importante, lettera. Come vede dall'indirizzo qui sopra, ho dovuto andarmene da Lamorna, e non potrò trattenermi
qui a lungo senza un po' di denaro quasi immediato. È difficile lavorare in queste condizioni.
The Orchards uscirà anche nel volume di racconti moderni di Faber, vero?
Suo,
Dylan Thomas
- - - – o – - - -
Il primo numero della rivista «Wales» di Keidrych Rhys, con la quale Dylan aveva avuto rapporti saltuari, era appena uscito. Conteneva una poesia di Vernon Watkins, che Dylan aveva modificato lievemente, invertendo un verso e omettendone un altro. Vernon Watkins aveva scritto a Dylan una lettera risentita al riguardo, e si era affrettato a correggere tutte le copie trovate nelle librerie. Ricevette la risposta che segue. Nigel Heseltine è uno scrittore e critico, figlio di «Peter Warlock», il compositore, il cui vero nome era Philip Heseltine.
a Vernon Watkins
15 luglio 1937
Mousehole, Cornovaglia
Mi dispiace che questa sia u-
na lettera così breve e inade-
guata. Farò molto meglio la
prossima volta.
Caro Vernon,
se, tra qualche settimana, vedrai una forma simile a un cane, con la coda lacerata e gli occhi da spaniel, venire avanti, la coda tra le gambe, acquattata e
ansimante, sulla ghiaia di Heathersdale, quella forma sarò io; guardane attentamente la groppa strisciante che chiede di essere presa a calci, la zampa tremante che, stringendo una penna,
scribacchia sulla polvere «Prendimi a calci». Ma ecco come è stato, in verità, con Angoscia del mare: oziavo con una copia della poesia, divertendomi con il gioco piacevole e
per-di-tempo di modificare, senza esserne stato richiesto, il lavoro di un altro; e poi, quando ho incontrato Keidrych con i manoscritti che avevo messo insieme, ciecamente e sbadatamente devo
aver incluso tra essi la copia riservata-a-me-solo e da non mostrare in luogo dell'originale. Spero che tu mi perdoni: questa è la verità. Mi sono crucciato vedendo il primo numero di Wales con
quella versione bowdlerizzata, e in ogni modo, entro pochi giorni, avrei dovuto scriverti una spiegazione. Più in là di così Non Posso Andare, ma tu puoi sempre prendermi a calci quando ci
rivedremo a Pennard... e spero che sia presto.
Sì, anche a me «Wales» è sembrata buona. A dire il vero ho avuto pochissimo a che vedere con la preparazione della rivista, anche se quando Keidrych andrà a Cambridge, l'anno prossimo,
probabilmente –
e con te come collega o qualunque altra cosa, se vorrai –
mi occuperò io di tutto.
Le notizie da parte mia sono molto importanti e semplici. Mi sono sposato tre giorni fa; con Caitlin Macnamara; nell'ufficio di stato civile di Penzance; senza denaro, senza alcuna
prospettiva di denaro, né la compagnia di amici o parenti, e completamente felice. Abbiamo avuto l'intenzione di sposarci sin dal primo giorno che ci siamo conosciuti, ed ora siamo liberi e
contenti. Ci trasferiremo la settimana prossima –
per quanto tempo dipende da panv chie cose, ma soprattutto da una –
in uno studio lontano qualche chilometro da qui, a Newlyn, uno studio situato sopra il mercato del pesce e ove giungono in volo i gabbiani per far colazione. Tuttavia cercherò di tornare presto a
casa, almeno per alcuni giorni, insieme a Caitlin: credo che ti piacerà moltissimo, sembra la principessa in cima all'albero di Natale, o una sassone da palcoscenico; ma, per amor di Dio, non
glielo dire.
Scrivi più presto che potrai e benedicimi.
Affettuosità a tutta la famiglia.
Sempre
tuo,
Dylan